Le ‘tre cime’ di Alicudi
Le ‘tre cime’ di Alicudi
Montagnole, Pianure e Filo dell’Arpa. Tre luoghi e trekking iconici della parte sommitale di Alicudi.
Montagnole, Pianure e Filo dell’Arpa. Tre luoghi e trekking iconici della parte sommitale di Alicudi.
Testo di Tommaso Ragonese
Foto di Marco Crupi
Molto spesso capita di incontrare persone che si dicono intenzionate a raggiungere “la cima” di Alicudi. Sebbene esista una piramide di triangolazione in pietra posta a 675,33 metri sul livello del mare verso cui gli appassionati di vette si dirigono, essa è posta su uno soltanto dei dieci o più duomi o cupole, o ‘timpuna’ (singolare: ‘timpuni’) nel dialetto locale, che costellano un plateau sommitale e che oscillano tra i 650 e i 676 metri di altezza sul livello del mare. Da nessuno di questi si gode una vista a 360 gradi dell’isola e pertanto sarebbe più corretto, come fece Luigi Salvatore Arciduca d’Austria nella sua opera ottocentesca, parlare di Alicudi e delle sue ‘principali alture’. Circa la loro nomenclatura, poi, regna ancora la più totale ignoranza. In questo articolo cercheremo di fare quanto più possibile chiarezza sulla geografia della parte sommitale dell’isola di Alicudi e di ispirarvi a raggiungere le sue “tre cime”. Altro che Lavaredo!
Montagnole (Muntagnuoli)
Vista aerea plateau sommitale delle Montagnole.
Piuttosto che una singola cima, le ‘principali alture’ di Alicudi includono pianori, timpuna e fila (singolare: filu), un termine utilizzato nel dialetto locale per indicare formazioni rocciose protundenti e aguzze. Come anticipavamo nel paragrafo precedente, la parte sommitale dell’isola è detta ‘Montagnole’ (Muntagnuoli). Si estende per circa 14 ettari (140.000 m^2) e si articola tra vallate, pianori e una decina di timpuna. Su uno di questi, dal lato di NordEst, si trova una piramide di triangolazione (foto). La mappa trekking oggi disponibile per l’acquisto sull’isola identifica questo timpuni col nome di ‘Montagnole’ e ne decreta la natura di ‘vetta dell’isola’. Oggi l’accesso è dal lato di SudEst per un sentiero non del tutto ben marcato. Si sconsiglia di avventurarvisi nel pomeriggio. Pubblicheremo un articolo con un itinerario passo per passo ma è sempre meglio prenotare un’escursione guidata.
Il segnale trigonometrico posto su uno dei duomi delle montagnole a 675 metri slm.
Grande confusione è sempre esistita tra i diversi nomi attribuiti a questa parte dell’isola la cui toponomastica è ben più ricca del semplice nome ‘Montagnole’ e che tratteremo in dettaglio in un articolo dedicato. Ad esempio, Francesco Salino scrive in un bollettino del CAI datato 1875:
“La maggiore sommità o cratere, nomata Punta delle Femmine, ergesi metri 667 sul livello del mare; la Montagnola, ove trovasi il segnale trigonometrico eretto dallo Stato Maggiore italiano conta metri 666; Filo dell’Arpa metri 651”
La Guida del Touring Club Italiano del 1919 riporta:
“… la regione più ripida per la quale si arriva alla Punta dell’Arpa o Timpone della Montagnola, col segnale trigon. m. 675. La vista è solo sull’isola e incompleta”
Molti dei trekker che usano cartine e tracce digitali usano il nome ‘Filo dell’Arpa’ per indicare la parte sommitale dell’isola. C’è dunque da distinguere chiaramente tra:
- Montagnole (Muntagnuoli)
- Timpone delle Femmine (Timpuni i Fimmini) e
- Filo dell’Arpa (Filu i l’Arpa)
Delle Montagnole abbiamo già detto che si tratta di una formazione con diversi timpuna. Il Timpone delle Femmine (Timpuni i Fimmini), luogo dai contorni ormai mitici (considerato che la tradizione orale ne ha perso traccia a seguito dello spostamento degli insediamenti a livello del mare), è una formazione rocciosa separata dalle Montagnole, poco più bassa e localizzata in direzione Ovest. Tutto quello che se ne dice è ciò che scrisse Pino Pajno in nota alla sua edizione del volume su Alicudi di Luigi Salvatore d’Austria:
“tra i toponimi principali […] rieccheggiano paure e razzie connesse ai tempi delle incursioni piratesche. Così u Timpuni i Fimmini, altura ben riposta dove erano soliti rifugiarsi gli Arcudari, ma soprattutto le donne, in quei paurosi frangenti”
Per comprendere l’esatta localizzazione di questa ‘altura ben riposta’ mi è stato necessario incrociare il racconto orale degli informatori locali più attendibili con quanto riportato dall’Arciduca d’Austria. Non è possibile raggiungerla a piedi.
Vista aerea delle sciare di Ponente; in evidenza il Timpone delle Femmine.
Illustrazione del Timpone delle Femmine da una recente edizione del ‘Die Liparischen Inseln’ dell’Arciduca d’Austria.
Filo dell’Arpa (Filu i l’Arpa)
Il dorso del Filo dell’Arpa visto dal sentiero proveniente da Contrada Montagna.
Sebbene in molti lo confondano con le Montagnole, il toponimo ‘Filo dell’Arpa’ designa una formazione rocciosa ben precisa, a Sud delle Montagnole e circa un centinaio di metri più bassa. Qui di seguito riporto una vista di Alicudi dal satellite in cui sono cerchiate in diversi colori le aree delle Montagnole (verde), del Timpone delle Femmine (arancio) e del Filo dell’Arpa (rosso) ed è indicata la posizione della piramide di triangolazione (bianco).
Il Filo dell’Arpa si erge sopra una delle sciare più drammatiche dell’isola, la Sciara u Cugnatticieddu, fiancheggiato da una ampia vallata, a Vaddotta a Cuntrada i l’Arpa, con ampi terrazzamenti (lienzi nel dialetto locale) che salgono fino alle Montagnole e a Vaddi i Mazzuni (oggi detta Vaddi i Muzzuni) le cui terrazze degradano fino all’altezza dell’Area Vigna (il cui nome è stato cambiato con il più turisticamente attraente ‘Casa del Tramonto’).
La Vaddotta a Cuntrata i l’Arpa.
Il sentiero che conduce al Filo dell’Arpa è oggi in stato di semi abbandono e soggetto a gravi fenomeni erosivi soprattutto a causa del sovrannumero di caprini. Vi suggeriamo di rivolgervi ad una guida esperta.
Vista della Sciara u Cugnatticieddu.
Pianure
Il Chianu e Fila, il più occidentale delle Pianure.
Sebbene non si possa propriamente parlare di una cima, i pianori di NordOvest costituiscono forse uno dei percorsi più affascinanti da intraprendere una volta raggiunta la parte sommitale dell’isola. Essi sono il risultato di un collasso vulcano-tettonico avvenuto durante l’ultima fase eruttiva dell’isola, circa 30.000 anni fa. Il plurale Pianure è utilizzato non a sproposito dal momento che si tratta effettivamente della successione di tre pianori distinti, detti rispettivamente Piano dell’Aria (Chianu i l’Aria), Fossa Gibbia e Piano dei Fili (Chianu e Fila) e delimitati a NordEst da tre fila.
Ingresso alle Pianure dal Chianu i l’Aria con vista a Levante sulle altre isole.
L’accesso è dalla Contrada di Montagna, un gruppo di vecchi magazzini-palmento a servizio delle attività agricole svolte estensivamente in tutta la zona dei pianori oggi parzialmente riconvertito a scopo residenziale.
Contrada Montagna. Un piccolo agglomerato di antichi magazzini agricoli e palmenti, oggi in parte riconvertiti ad abitazioni.
Il sentiero ben marcato e relativamente pianeggiante si snoda poi attraverso una densa vegetazione di felci fino al Chianu e Fila e termina pressoché a strapiombo sulle sciare di Ponente sovrastanti lo Scuogghi’alera (un termine fuorviantemente traslitterato nell’italiano ‘galera’ ma che in realtà nel dialetto locale indica il pesce di scoglio noto col nome scientifico di Coris julis).
Panorama dal margine occidentale del Chianu e Fila. In alto a sinistra si distingue il cocuzzolo del Timpone delle Femmine.
Lo Scuogghi’Alera, traslitterato in maniera fuorviante nell’italiano ‘Scoglio Galera’, visto dal bordo del Chianu e Fila.
Da qui è possibile esplorare oltre la zona sommitale dell’isola attraverso memorie, racconti, esperienze personali e informazioni documentali con un’escursione guidata anche fuori dai principali sentieri conosciuti.
Tommaso Ragonese
Filosofo, guida sportivo escursionistica, ex velista sportivo. Dal 2021 vive ad Alicudi dedicandosi alla pratica delle attività tradizionali, alla ricerca storica, etnografica, archeobotanica ed alle pratiche contemplative. Ha pubblicato ‘Il Bene sia con Voi!‘ (2022) e il saggio ‘Alicudi e la segale cornuta’ (2024). Oggi è la guida dell’isola e produce ‘Arcura’, un vino artigianale ottenuto recuperando vecchi vigneti ad alberello in contrade storiche.
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Montagnole, Pianure e Filo dell’Arpa. Tre luoghi e trekking iconici della parte sommitale di Alicudi.
Montagnole, Pianure e Filo dell’Arpa. Tre luoghi e trekking iconici della parte sommitale di Alicudi.
Testo di Tommaso Ragonese
Foto di Marco Crupi
Molto spesso capita di incontrare persone che si dicono intenzionate a raggiungere “la cima” di Alicudi. Sebbene esista una piramide di triangolazione in pietra posta a 675,33 metri sul livello del mare verso cui gli appassionati di vette si dirigono, essa è posta su uno soltanto dei dieci o più duomi o cupole, o ‘timpuna’ (singolare: ‘timpuni’) nel dialetto locale, che costellano un plateau sommitale e che oscillano tra i 650 e i 676 metri di altezza sul livello del mare. Da nessuno di questi si gode una vista a 360 gradi dell’isola e pertanto sarebbe più corretto, come fece Luigi Salvatore Arciduca d’Austria nella sua opera ottocentesca, parlare di Alicudi e delle sue ‘principali alture’. Circa la loro nomenclatura, poi, regna ancora la più totale ignoranza. In questo articolo cercheremo di fare quanto più possibile chiarezza sulla geografia della parte sommitale dell’isola di Alicudi e di ispirarvi a raggiungere le sue “tre cime”. Altro che Lavaredo!
Montagnole (Muntagnuoli)
Vista aerea plateau sommitale delle Montagnole.
Piuttosto che una singola cima, le ‘principali alture’ di Alicudi includono pianori, timpuna e fila (singolare: filu), un termine utilizzato nel dialetto locale per indicare formazioni rocciose protundenti e aguzze. Come anticipavamo nel paragrafo precedente, la parte sommitale dell’isola è detta ‘Montagnole’ (Muntagnuoli). Si estende per circa 14 ettari (140.000 m^2) e si articola tra vallate, pianori e una decina di timpuna. Su uno di questi, dal lato di NordEst, si trova una piramide di triangolazione (foto). La mappa trekking oggi disponibile per l’acquisto sull’isola identifica questo timpuni col nome di ‘Montagnole’ e ne decreta la natura di ‘vetta dell’isola’. Oggi l’accesso è dal lato di SudEst per un sentiero non del tutto ben marcato. Si sconsiglia di avventurarvisi nel pomeriggio. Pubblicheremo un articolo con un itinerario passo per passo ma è sempre meglio prenotare un’escursione guidata.
Il segnale trigonometrico posto su uno dei duomi delle montagnole a 675 metri slm.
Grande confusione è sempre esistita tra i diversi nomi attribuiti a questa parte dell’isola la cui toponomastica è ben più ricca del semplice nome ‘Montagnole’ e che tratteremo in dettaglio in un articolo dedicato. Ad esempio, Francesco Salino scrive in un bollettino del CAI datato 1875:
“La maggiore sommità o cratere, nomata Punta delle Femmine, ergesi metri 667 sul livello del mare; la Montagnola, ove trovasi il segnale trigonometrico eretto dallo Stato Maggiore italiano conta metri 666; Filo dell’Arpa metri 651”
La Guida del Touring Club Italiano del 1919 riporta:
“… la regione più ripida per la quale si arriva alla Punta dell’Arpa o Timpone della Montagnola, col segnale trigon. m. 675. La vista è solo sull’isola e incompleta”
Molti dei trekker che usano cartine e tracce digitali usano il nome ‘Filo dell’Arpa’ per indicare la parte sommitale dell’isola. C’è dunque da distinguere chiaramente tra:
- Montagnole (Muntagnuoli)
- Timpone delle Femmine (Timpuni i Fimmini) e
- Filo dell’Arpa (Filu i l’Arpa)
Delle Montagnole abbiamo già detto che si tratta di una formazione con diversi timpuna. Il Timpone delle Femmine (Timpuni i Fimmini), luogo dai contorni ormai mitici (considerato che la tradizione orale ne ha perso traccia a seguito dello spostamento degli insediamenti a livello del mare), è una formazione rocciosa separata dalle Montagnole, poco più bassa e localizzata in direzione Ovest. Tutto quello che se ne dice è ciò che scrisse Pino Pajno in nota alla sua edizione del volume su Alicudi di Luigi Salvatore d’Austria:
“tra i toponimi principali […] rieccheggiano paure e razzie connesse ai tempi delle incursioni piratesche. Così u Timpuni i Fimmini, altura ben riposta dove erano soliti rifugiarsi gli Arcudari, ma soprattutto le donne, in quei paurosi frangenti”
Per comprendere l’esatta localizzazione di questa ‘altura ben riposta’ mi è stato necessario incrociare il racconto orale degli informatori locali più attendibili con quanto riportato dall’Arciduca d’Austria. Non è possibile raggiungerla a piedi.
Vista aerea delle sciare di Ponente; in evidenza il Timpone delle Femmine.
Illustrazione del Timpone delle Femmine da una recente edizione del ‘Die Liparischen Inseln’ dell’Arciduca d’Austria.
Filo dell’Arpa (Filu i l’Arpa)
Il dorso del Filo dell’Arpa visto dal sentiero proveniente da Contrada Montagna.
Sebbene in molti lo confondano con le Montagnole, il toponimo ‘Filo dell’Arpa’ designa una formazione rocciosa ben precisa, a Sud delle Montagnole e circa un centinaio di metri più bassa. Qui di seguito riporto una vista di Alicudi dal satellite in cui sono cerchiate in diversi colori le aree delle Montagnole (verde), del Timpone delle Femmine (arancio) e del Filo dell’Arpa (rosso) ed è indicata la posizione della piramide di triangolazione (bianco).
Il Filo dell’Arpa si erge sopra una delle sciare più drammatiche dell’isola, la Sciara u Cugnatticieddu, fiancheggiato da una ampia vallata, a Vaddotta a Cuntrada i l’Arpa, con ampi terrazzamenti (lienzi nel dialetto locale) che salgono fino alle Montagnole e a Vaddi i Mazzuni (oggi detta Vaddi i Muzzuni) le cui terrazze degradano fino all’altezza dell’Area Vigna (il cui nome è stato cambiato con il più turisticamente attraente ‘Casa del Tramonto’).
La Vaddotta a Cuntrata i l’Arpa.
Il sentiero che conduce al Filo dell’Arpa è oggi in stato di semi abbandono e soggetto a gravi fenomeni erosivi soprattutto a causa del sovrannumero di caprini. Vi suggeriamo di rivolgervi ad una guida esperta.
Vista della Sciara u Cugnatticieddu.
Pianure
Il Chianu e Fila, il più occidentale delle Pianure.
Sebbene non si possa propriamente parlare di una cima, i pianori di NordOvest costituiscono forse uno dei percorsi più affascinanti da intraprendere una volta raggiunta la parte sommitale dell’isola. Essi sono il risultato di un collasso vulcano-tettonico avvenuto durante l’ultima fase eruttiva dell’isola, circa 30.000 anni fa. Il plurale Pianure è utilizzato non a sproposito dal momento che si tratta effettivamente della successione di tre pianori distinti, detti rispettivamente Piano dell’Aria (Chianu i l’Aria), Fossa Gibbia e Piano dei Fili (Chianu e Fila) e delimitati a NordEst da tre fila.
Ingresso alle Pianure dal Chianu i l’Aria con vista a Levante sulle altre isole.
L’accesso è dalla Contrada di Montagna, un gruppo di vecchi magazzini-palmento a servizio delle attività agricole svolte estensivamente in tutta la zona dei pianori oggi parzialmente riconvertito a scopo residenziale.
Contrada Montagna. Un piccolo agglomerato di antichi magazzini agricoli e palmenti, oggi in parte riconvertiti ad abitazioni.
Il sentiero ben marcato e relativamente pianeggiante si snoda poi attraverso una densa vegetazione di felci fino al Chianu e Fila e termina pressoché a strapiombo sulle sciare di Ponente sovrastanti lo Scuogghi’alera (un termine fuorviantemente traslitterato nell’italiano ‘galera’ ma che in realtà nel dialetto locale indica il pesce di scoglio noto col nome scientifico di Coris julis).
Panorama dal margine occidentale del Chianu e Fila. In alto a sinistra si distingue il cocuzzolo del Timpone delle Femmine.
Lo Scuogghi’Alera, traslitterato in maniera fuorviante nell’italiano ‘Scoglio Galera’, visto dal bordo del Chianu e Fila.
Da qui è possibile esplorare oltre la zona sommitale dell’isola attraverso memorie, racconti, esperienze personali e informazioni documentali con un’escursione guidata anche fuori dai principali sentieri conosciuti.
Tommaso Ragonese
Filosofo, guida sportivo escursionistica, ex velista sportivo. Dal 2021 vive ad Alicudi dedicandosi alla pratica delle attività tradizionali, alla ricerca storica, etnografica, archeobotanica ed alle pratiche contemplative. Ha pubblicato ‘Il Bene sia con Voi!‘ (2022) e il saggio ‘Alicudi e la segale cornuta’ (2024). Oggi è la guida dell’isola e produce ‘Arcura’, un vino artigianale ottenuto recuperando vecchi vigneti ad alberello in contrade storiche.
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Le ‘tre cime’ di Alicudi
Le ‘tre cime’ di Alicudi
Montagnole, Pianure e Filo dell’Arpa. Tre luoghi e trekking iconici della parte sommitale di Alicudi.
Montagnole, Pianure e Filo dell’Arpa. Tre luoghi e trekking iconici della parte sommitale di Alicudi.
Testo di Tommaso Ragonese
Foto di Marco Crupi
Molto spesso capita di incontrare persone che si dicono intenzionate a raggiungere “la cima” di Alicudi. Sebbene esista una piramide di triangolazione in pietra posta a 675,33 metri sul livello del mare verso cui gli appassionati di vette si dirigono, essa è posta su uno soltanto dei dieci o più duomi o cupole, o ‘timpuna’ (singolare: ‘timpuni’) nel dialetto locale, che costellano un plateau sommitale e che oscillano tra i 650 e i 676 metri di altezza sul livello del mare. Da nessuno di questi si gode una vista a 360 gradi dell’isola e pertanto sarebbe più corretto, come fece Luigi Salvatore Arciduca d’Austria nella sua opera ottocentesca, parlare di Alicudi e delle sue ‘principali alture’. Circa la loro nomenclatura, poi, regna ancora la più totale ignoranza. In questo articolo cercheremo di fare quanto più possibile chiarezza sulla geografia della parte sommitale dell’isola di Alicudi e di ispirarvi a raggiungere le sue “tre cime”. Altro che Lavaredo!
Montagnole (Muntagnuoli)
Vista aerea plateau sommitale delle Montagnole.
Piuttosto che una singola cima, le ‘principali alture’ di Alicudi includono pianori, timpuna e fila (singolare: filu), un termine utilizzato nel dialetto locale per indicare formazioni rocciose protundenti e aguzze. Come anticipavamo nel paragrafo precedente, la parte sommitale dell’isola è detta ‘Montagnole’ (Muntagnuoli). Si estende per circa 14 ettari (140.000 m^2) e si articola tra vallate, pianori e una decina di timpuna. Su uno di questi, dal lato di NordEst, si trova una piramide di triangolazione (foto). La mappa trekking oggi disponibile per l’acquisto sull’isola identifica questo timpuni col nome di ‘Montagnole’ e ne decreta la natura di ‘vetta dell’isola’. Oggi l’accesso è dal lato di SudEst per un sentiero non del tutto ben marcato. Si sconsiglia di avventurarvisi nel pomeriggio. Pubblicheremo un articolo con un itinerario passo per passo ma è sempre meglio prenotare un’escursione guidata.
Il segnale trigonometrico posto su uno dei duomi delle montagnole a 675 metri slm.
Grande confusione è sempre esistita tra i diversi nomi attribuiti a questa parte dell’isola la cui toponomastica è ben più ricca del semplice nome ‘Montagnole’ e che tratteremo in dettaglio in un articolo dedicato. Ad esempio, Francesco Salino scrive in un bollettino del CAI datato 1875:
“La maggiore sommità o cratere, nomata Punta delle Femmine, ergesi metri 667 sul livello del mare; la Montagnola, ove trovasi il segnale trigonometrico eretto dallo Stato Maggiore italiano conta metri 666; Filo dell’Arpa metri 651”
La Guida del Touring Club Italiano del 1919 riporta:
“… la regione più ripida per la quale si arriva alla Punta dell’Arpa o Timpone della Montagnola, col segnale trigon. m. 675. La vista è solo sull’isola e incompleta”
Molti dei trekker che usano cartine e tracce digitali usano il nome ‘Filo dell’Arpa’ per indicare la parte sommitale dell’isola. C’è dunque da distinguere chiaramente tra:
- Montagnole (Muntagnuoli)
- Timpone delle Femmine (Timpuni i Fimmini) e
- Filo dell’Arpa (Filu i l’Arpa)
Delle Montagnole abbiamo già detto che si tratta di una formazione con diversi timpuna. Il Timpone delle Femmine (Timpuni i Fimmini), luogo dai contorni ormai mitici (considerato che la tradizione orale ne ha perso traccia a seguito dello spostamento degli insediamenti a livello del mare), è una formazione rocciosa separata dalle Montagnole, poco più bassa e localizzata in direzione Ovest. Tutto quello che se ne dice è ciò che scrisse Pino Pajno in nota alla sua edizione del volume su Alicudi di Luigi Salvatore d’Austria:
“tra i toponimi principali […] rieccheggiano paure e razzie connesse ai tempi delle incursioni piratesche. Così u Timpuni i Fimmini, altura ben riposta dove erano soliti rifugiarsi gli Arcudari, ma soprattutto le donne, in quei paurosi frangenti”
Per comprendere l’esatta localizzazione di questa ‘altura ben riposta’ mi è stato necessario incrociare il racconto orale degli informatori locali più attendibili con quanto riportato dall’Arciduca d’Austria. Non è possibile raggiungerla a piedi.
Vista aerea delle sciare di Ponente; in evidenza il Timpone delle Femmine.
Illustrazione del Timpone delle Femmine da una recente edizione del ‘Die Liparischen Inseln’ dell’Arciduca d’Austria.
Filo dell’Arpa (Filu i l’Arpa)
Il dorso del Filo dell’Arpa visto dal sentiero proveniente da Contrada Montagna.
Sebbene in molti lo confondano con le Montagnole, il toponimo ‘Filo dell’Arpa’ designa una formazione rocciosa ben precisa, a Sud delle Montagnole e circa un centinaio di metri più bassa. Qui di seguito riporto una vista di Alicudi dal satellite in cui sono cerchiate in diversi colori le aree delle Montagnole (verde), del Timpone delle Femmine (arancio) e del Filo dell’Arpa (rosso) ed è indicata la posizione della piramide di triangolazione (bianco).
Il Filo dell’Arpa si erge sopra una delle sciare più drammatiche dell’isola, la Sciara u Cugnatticieddu, fiancheggiato da una ampia vallata, a Vaddotta a Cuntrada i l’Arpa, con ampi terrazzamenti (lienzi nel dialetto locale) che salgono fino alle Montagnole e a Vaddi i Mazzuni (oggi detta Vaddi i Muzzuni) le cui terrazze degradano fino all’altezza dell’Area Vigna (il cui nome è stato cambiato con il più turisticamente attraente ‘Casa del Tramonto’).
La Vaddotta a Cuntrata i l’Arpa.
Il sentiero che conduce al Filo dell’Arpa è oggi in stato di semi abbandono e soggetto a gravi fenomeni erosivi soprattutto a causa del sovrannumero di caprini. Vi suggeriamo di rivolgervi ad una guida esperta.
Vista della Sciara u Cugnatticieddu.
Pianure
Il Chianu e Fila, il più occidentale delle Pianure.
Sebbene non si possa propriamente parlare di una cima, i pianori di NordOvest costituiscono forse uno dei percorsi più affascinanti da intraprendere una volta raggiunta la parte sommitale dell’isola. Essi sono il risultato di un collasso vulcano-tettonico avvenuto durante l’ultima fase eruttiva dell’isola, circa 30.000 anni fa. Il plurale Pianure è utilizzato non a sproposito dal momento che si tratta effettivamente della successione di tre pianori distinti, detti rispettivamente Piano dell’Aria (Chianu i l’Aria), Fossa Gibbia e Piano dei Fili (Chianu e Fila) e delimitati a NordEst da tre fila.
Ingresso alle Pianure dal Chianu i l’Aria con vista a Levante sulle altre isole.
L’accesso è dalla Contrada di Montagna, un gruppo di vecchi magazzini-palmento a servizio delle attività agricole svolte estensivamente in tutta la zona dei pianori oggi parzialmente riconvertito a scopo residenziale.
Contrada Montagna. Un piccolo agglomerato di antichi magazzini agricoli e palmenti, oggi in parte riconvertiti ad abitazioni.
Il sentiero ben marcato e relativamente pianeggiante si snoda poi attraverso una densa vegetazione di felci fino al Chianu e Fila e termina pressoché a strapiombo sulle sciare di Ponente sovrastanti lo Scuogghi’alera (un termine fuorviantemente traslitterato nell’italiano ‘galera’ ma che in realtà nel dialetto locale indica il pesce di scoglio noto col nome scientifico di Coris julis).
Panorama dal margine occidentale del Chianu e Fila. In alto a sinistra si distingue il cocuzzolo del Timpone delle Femmine.
Lo Scuogghi’Alera, traslitterato in maniera fuorviante nell’italiano ‘Scoglio Galera’, visto dal bordo del Chianu e Fila.
Da qui è possibile esplorare oltre la zona sommitale dell’isola attraverso memorie, racconti, esperienze personali e informazioni documentali con un’escursione guidata anche fuori dai principali sentieri conosciuti.
Tommaso Ragonese
Filosofo, guida sportivo escursionistica, ex velista sportivo. Dal 2021 vive ad Alicudi dedicandosi alla pratica delle attività tradizionali, alla ricerca storica, etnografica, archeobotanica ed alle pratiche contemplative. Ha pubblicato ‘Il Bene sia con Voi!‘ (2022) e il saggio ‘Alicudi e la segale cornuta’ (2024). Oggi è la guida dell’isola e produce ‘Arcura’, un vino artigianale ottenuto recuperando vecchi vigneti ad alberello in contrade storiche.